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    AitArt, Associazione Italiana Archivi d’Artista, dal 2014 opera nella convinzione dell’importanza degli Archivi d’Artista quale strumento di conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico italiano e della sua tutela all'interno del mercato delle opere d’arte e sostiene la necessità di un loro riconoscimento giuridico.
    Ogni Archivio intende tutelare la figura del proprio artista di riferimento e favorirne la conoscenza e AitArt a sua volta, attraverso il sostegno dell’opera degli Archivi associati, vuole rappresentare, tutelare e sostenere l’opera degli artisti italiani, noti e meno noti. Gli Archivi associati, infatti, sono depositari di patrimoni affascinanti, non sempre adeguatamente conosciuti, che costituiscono il tessuto culturale del nostro Paese, una ricchezza inestimabile fatta di arte, storia, relazioni in cui vicende personali e avvenimenti storici si intrecciano.
    Tra i compiti istituzionali degli Archivi ricopre un ruolo rilevante la promozione degli artisti e AitArt, quindi, può fungere da veicolo per favorire la conoscenza di questi personaggi e del loro lavoro.
    Nasce da questa considerazione il nuovo progetto AitArt in mostra: una serie di rassegne che presenteranno l’opera degli artisti degli Archivi associati, progetto che si va ad affiancare alle altre numerose iniziative che l’Associazione promuove.

    Filippo Tibertelli de Pisis
    Presidente di AitArt

    Stimolati anche dall’anno che il Comune di Milano ha dedicato al “talento delle donne” e dall’attenzione che, finalmente, la questione di genere va ricoprendo, è parso opportuno inaugurare il nuovo progetto espositivo di AitArt con una rassegna proprio dedicata alle artiste i cui archivi sono soci di AitArt.

    Tre artiste molto diverse tra loro per storie personali e per ricerca artistica, che hanno operato in modi e ambiti del tutto differenti. Sono state accomunate, però, nel loro operare da una forte, caparbia determinazione per poter giungere a esprimere il proprio universo, la propria concezione della vita e del mondo. Hanno lavorato, instancabili, “nonostante” le difficoltà determinate dal loro essere donne in una società, anche quella dell’arte, declinata prevalentemente al maschile e che vedeva il loro operare come un divertissement , un passatempo, certo non come un impegno che assorbe completamente, un’urgenza che reclama fatica, dedizione e passione.

    La scelta di una mostra virtuale, che impedisce, certamente, la fruizione diretta delle opere e con essa di vivere le emozioni che suscitano, permette però di giungere a un pubblico più vasto oltre che di restare nel tempo, godibile sulla rete senza limiti cronologici, collegata al sito dell’Associazione.

    L’auspicio è che AitArt in mostra possa offrire nuove letture, occasioni di approfondimento, momenti di confronto in cui la bellezza, la ricerca, l’innovazione dell’arte italiana possano trovare la corretta lettura “dalla parte degli Archivi” che con impegno e fatica operano per la conservazione del nostro patrimonio.

    Mariateresa Chirico
    Curatore della rassegna

    Gabriella Benedini – Ambiguità

    Mariateresa Chirico
    Curatore Archivio Gabriella Benedini

    Rachele Bianchi - La Donna (S)velata
    Giorgio Uberti
    Curatore Archivio Rachele Bianchi

    Carol Rama - I denti di Carol
    Maria Cristina Mundici
    Direttore scientifico Archivio Carol Rama

    Progetto informatico Movie & Web di Andrea De Rose
    Progetto grafico Ergonarte sas - Giuseppe Re Fraschini & C
    Comunicazione Irene Guzman

    Gabriella Benedini – Ambiguità

    <So dipingere, ma non mi interessa la pittura di per sé. […] “cercavo; adesso trovo”, il che è molto diverso. Non è facile trovare, ma è molto più felice. […]. La mia vita poi ha subito tante interferenze: ho fatto delle fatiche terribili per riuscire alla fine a realizzare ciò che volevo, a esistere per quello che sono>

    Da Gabriella Benedini Le arpe di Ninive, a cura di S. Parmigiani, catalogo della mostra, Skira, Milano 2006, p.14

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    Rachele Bianchi - La Donna (S)velata

    Con la saggezza della mia età, posso dire di amare e abbracciare tutto quello che ho saputo realizzare, di notte e di giorno, con la frenesia delle idee e la lentezza delle mani che invecchiano, mai stanche, e con un cuore, il mio, che mi piace pensare e desiderare che sia sempre giovane.

    R. Bianchi, Riflessioni, 2004

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    Carol Rama - I denti di Carol

    “Non si sa e non si deve sapere se si sta penetrando in un quadro, in un sogno, in una pagina di diario, nell’inventario dell’inconfessabile”, scrive Lea Vergine, insuperata interprete dell’artista.

    Da Carol Rama, a cura di Lea Vergine, catalogo della mostra, Mazzotta, Milano 1985, p. 13.

    Foto Pino Dell’Aquila

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